Starsky
and Hutch
Missione a Parigi
Eravamo
appena tornati dal nostro solito giro di ronda, quando il nostro capo Mak
Manaman, detto da tutti ' Testa calva' ci disse che ci doveva parlare.
Subito
Starsky ed Io capimmo che c'era qualcosa che non andava, il capo faceva così
ogni volta che aveva qualche gatta da pelare e già sapevamo che questa volta si
trattava di qualcosa di particolarmente rischioso .Non lo avevamo mai visto cosi
nervoso,un gocciolina di sudore gli rigava la fronte e prendendo una sigaretta
dal pacchetto ci disse di seguirlo nel suo ufficio,Starsky ed io ci guardammo e
senza proferir parola, lo seguimmo.Testa calva si sedette sulla sua poltrona
bordeaux, accese la solita Marlboro che emise un denso fumo che subito si spanse
per il piccolo e buio ufficio, aveva la solita giacca celeste, ormai un pò
stretta per quell'uomo di 130 chili, la solita camicia a righe blu e la cravatta
larga che continuò a slacciare mentre parlava con noi.Io mi sedetti di fronte al
capo, presi una sigaretta dal pacchetto ormai schiacciato che avevo in tasca, la
accesi e ne aspirai tutto l'aroma gustandone il sapore, Starsky invece mise una
gamba sulla scrivania tutta ricoperta di scartoffie ammuffite e su cui c'era una
foto della moglie del capo, donna che all'età di ventenni aveva fatto girare la
testa a molti uomini.Non capivamo ancora perché il capo era così nervoso, era
sempre stato impassibile e non aveva mai fatto trapelare nessuna emozione in
nessuna situazione che fin ora avevamo affrontato……ma questa volta era qualcosa
di ben diverso.
Starsky ed io continuavamo a restare in silenzio, nel
frattempo anche lui aveva acceso una Marlboro ed aspettava che il capo
proferisse parola, fuori c'era un sole stupendo, giallo come le spighe di grano
dell'Idaio, ed il cielo era azzurro come la giacca del capo, senza nubi,
profondo e silenzioso, come non mai.
Mak 'Testa calva' Manaman prese allora
un fascicolo dalla scrivania, si girò verso di noi e facendo un tiro di
sigaretta tirò verso me ed a Starsky una foto segnaletica chiedendoci se
riconoscevamo quell'uomo.
Cazzo se lo conoscevamo!
era quello sporco
stronzo di Jean Lapel, detto 'LE PARISIENNE', noto esponente del traffico di
coca internazionale,signore della prostituzione nel vecchio continente ed
esponente di spicco della malavita internazionale
L'interpol di Parigi lo aveva localizzato lo stavano pedinando nella
speranza di poterlo incastrare con le mani nel sacco.Starsky mi guardò ,io
spensi la sigaretta, il capo fece lo stesso e ci chiese se eravamo disposti ad
andare a Parigi a prendere quel bastardo e a portarlo qui per sbatterlo in
gattabuia ,ma era una semplice formalità; Starsky ed io un minuto dopo eravamo
gia pronti all'azione e nulla ci avrebbe impedito di prendere quel bastardo e di
inchiodargli il culo.
Partimmo quella sera stessa per la capitale della
Francia, una città che Starsky conosceva e odiava profondamente per quel tempo
di merda che c'era;pioveva sempre, mai un raggio di sole come nella nostra amata
S.Francisco,e durante il viaggio avemmo modo di studiare il fascicolo che il
capo ci aveva dato.Sul posto ci avrebbero aspettato due agenti speciali, uno
italo francese certo FABIO LIBERTE, uno di quei classici poliziotti francesi
tutto cervello e niente palle,ed un agente speciale di Los Angeles Manu
Frattasio, di origini italiane anche lei ,che era soprannominata "SUPERCOP", e
che ci sarebbe stata di grande aiuto in quella missione.
IL volo fu
tranquillo avemmo il tempo per esaminare il caso e per dormire ed arrivati a
Parigi ci venne a prendere Liberte,
che ci
condusse immediatamente nello squallido alberghetto di Tolbiac, dove per non
destare sospetti eravamo alloggiati, e ci disse che per nulla al mondo avremmo
dovuto cercare di rintracciarlo o metterci in contatto con la polizia, Le
Parisienne aveva infiltrati ovunque e la nostra identità doveva restare segreta.
A vederlo bene era proprio uno squallido alberghetto di terzo ordine il
nostro, ma era l'ideale per passare inosservati ed inoltre affacciava su uno dei
locali in cui Le Parisienne aveva un bordello
Era ormai
tardi e provati del viaggio e delle mille spiegazioni che quel cervellotico
agente dell'interpol ci aveva dato decidemmo di restare in albergo a riposare ed
a riorganizzare le idee.
Jean Lapel ' LE PARISIENNE ' era un tipo strano, dal
fascicolo era emerso che non si fidava di nessuno, non aveva amici ne scagnozzi
, anche i lavori più duri e rischiosi se li faceva da solo, era davvero un gran
figlio di puttana in quello che faceva .Era uno di quelli grossi della
mala,temuto e rispettato da tutti era ammanigliato con la jacuza, la mafia
italiana ed internazionale,esponente di spicco del traffico di stupefacenti, del
giro di prostituzione mondiale e del traffico di organi era un uomo senza
scrupoli, freddo e determinato ,era in grado di uccidere un uomo a sangue
freddo, guardandolo negli occhi mentre gli sparava ed impassibile restavi li a
vederlo crepare. Quello sporco stronzo passava sempre inosservato e non lasciava
mai tracce, ma ormai aveva le ore contate,questa volta nulla lo avrebbe salvato,
gli avremmo inchiodato il culo una volta per tutte.
In albergo avemmo modo di
riorganizzare le idee, prima cosa bisognava individuarlo poi cosa ancor più
difficile bisognava incastrarlo con le mani nel sacco, ma a questo avremmo
pensato in un secondo momento.
Starsky andò nella sua camera a dormire ed io
non riuscendo a fare altrettanto restai a fumare un paio di sigarette nella mia
stanza.
IL
giorno seguente ci svegliamo abbastanza presto tutti e due, Starky ,mentre io mi
rivestivo, venne in camera con un biglietto che LIBERTE aveva lasciato in
portineria e che ridiceva di andare sulla tour Eiffel, dove un agente ci avrebbe
aspettato.Lui già conosceva la nostra identità e quindi arrivati in cima non
dovevamo fare altro che aspettare li.Mi affacciai al balcone della piccola
camera, come immaginavo, c'era un tempo di merda, piovigginava e non si
intravedeva il sole,Starsky come al solito aveva ragione, c'era un tempo per
checche pantofolaie che non sanno cosa cazzo fare durante la giornata e vedendo
il tempo restano a casa,ma noi non potevamo permettercelo, dovevamo entrare in
azione.
Scendemmo in portineria e lasciate lì le chiavi, monsieur LE Cognac,
portiere dello stabile ci diede delle chiavi di una macchina presa in affitto a
nostro nome e che trovammo, come lui ci aveva detto, parcheggiata li fuori.
Era un
vecchia Ds degli anni 70. macchina cazzuta e confortevole che la gendarmerie
francese aveva avuto in dotazione fino a meta degli anni ottanta, e che spesso
io e Starsky avevamo visto in qualche puntata di Lupin.Ci piacque subito, non
era la nostra solita auto, ma andava bene lo stesso;Starsky inserì la chiave del
contatto, spinse il tasto dell'accensione e subito senza minima esitazione la
macchina entrò in moto, trovammo sul cruscotto della DS un messaggio di Liberte
che ci diceva che quell'auto era un piccolo pensiero dell'Interpol e che inoltre
ci svelava una serie di dotazioni particolari della stessa, tra cui un motore
turbo potenziato che non avrebbe esitato in un qualsiasi inseguimento.Girammo
senza difficoltà per le vie di Parigi, con le solite bionde che ci tenevano
compagnia, ed il cui fumo rendeva quella macchina dai toni retrò ancora più
ricca di fascino,le strade erano tranquille e piene di
turisti.
In breve
arrivammo al Trocadero , parcheggiamo lì la DS, e ci dirigemmo immediatamente
verso la torre Eiffel,Starsky si lamentava per il tempo, non aveva smesso di
piovere, ma dopo un po' ci fai l'abitudine a quella pioggia fina che di bagna la
faccia e ti rompe le scatole in continuazione, ormai io non la sentivo quasi
più.
Ci fermammo per un istante ad osservare la torre da
lontano
e non
per sminuire la sua importanza o la sua bellezza, ma mi ricordava un enorme
cazzo eretto verso l'infinito, come voler ingravidare il cielo, desiderio remoto
dell'uomo di volersi fare un po' tutte le donne.Comunque nulla da dire, proprio
cazzuti questi francesi, anche da loro c'era da imparare qualcosa. Aspettammo
ancora qualche minuto,giusto il tempo di finire le nostre sigarette,poi ci
incamminammo verso la torre
eravamo curiosi di sapere cosa ci avrebbe detto
questo agente che ci
aspettava.Arrivati sotto la torre, c'era un'enorme fila
di turisti giapponesi, tutti uguali tutti con la faccia da coglione e con la
macchina fotografica nella mano, pronti a scattare foto stupide ,poverini non si
rendevano conto di essere tutti cloni di se stessi , senza volontà che non
facevano altro che fare i deficienti aspettando di salire sulla torre, precisi
ed ordinati come solo loro sanno fare.Purtroppo per noi dovemmo stare in fila
con loro, non potevamo mostrare i nostri tesserini a nessuno,eravamo in
incognito e saltare la fila avrebbe dato nell'occhio .Starsky per ammazzare la
noia accese un'altra sigaretta, fece il primo tiro,poi esito un istante….mi
disse che era strano trovarsi li, città in cui qualche anno prima era stato con
Katy ,sua ex compagna, e che ritornare li gli aveva fatto ritornare in mente
strane cose. Starsky non era un sentimentale e sentirmi dire quelle cose da un
tipo duro come lui mi fece uno strano effetto , mi face riflettere istante ,ma
gli risposi che il passato faceva parte del passato e che ora non avevamo tempo
per lasciarci andare a stupidi sentimentalismi, avevamo una missione da compiere
e non potevamo fallire.Nel frattempo eravamo giunti alla fine della fila, tutti
i coglioni giapponesi erano gia saliti, Starsky prese due biglietti per la cima
della torre, pagò con gli euro , moneta che non era altro che una brutta copia
del nostro dollaro e così,mostrati i biglietti, potemmo finalmente entrare
nell'ascensore per il primo piano.
Era davvero grande la su, si vedeva Parigi
a 360°, non nascondo che per un istante dimenticai il motivo del mio essere l e
mi incantai a vedere quel po' di paesaggio che il maltempo lasciava scorgere,ma
Starky subito mi riportò con i piedi per terra, già stavamo nell'ascensore per
al cima ed infine vi arrivammo insieme ad una scolaresca danese di ragazzi tutti
belli, biondi e con gli occhi azzurri che sembravano usciti da un giornaletto di
propaganda nazista sulla razza ariana.
In cima tirava un cazzo di vento di
merda, non si vedeva granchè ,infatti continuava a piovere ma quel poco che si
vedeva era comunque stupendo.Facemmo un giro completo del piano e ci mettemmo ad
aspettare in un angolo riparato dal vento, quando d'improvviso si avvicinò una
donna con una giacca di pelle marrò che ricordava quella che di solito
porta,Starsky.
L'agente
Frattasio non era proprio come ce la immaginavamo, non nascondo che lessi
immediatamente sul viso di Starsky un'aria compiaciuta per quell'incontro, che
poi diede i suoi frutti non solo per quanto riguarda le indagini, ma soprattutto
nella vita di Starsky a partire da quel momento e per diversi mesi
succesivi.Frattasio era una donna con le palle, subito capimmo che era in gamba
e ci diede delle importanti dritte per l'indagine su Le Parisienne .Manu
Frattasio detta Supercop dagli agenti dell'interpol, sembrava una donna dolce e
tranquilla, ma aveva uno sguardo vivace ed attento, non le sfuggiva niente,
sapeva sempre quello che voleva e come ottenerlo e dire che un contributo
essenziale alle indagini lo diede lei è dire poco.Senza mezzi termini ci disse
che se volevamo inchiodare il culo a Le Parisienne dovevamo immediatamente
partire per Amsterdam, lì un suo informatore ci avrebbe fornito le prove per
inchiodare il culo a quel bastardo e che per il momento Le Parisienne era sotto
controllo giorno e notte ed era lasciato libero di compiere i suoi sporchi
traffici al fine di incastrarlo definitivamente con le mani nel sacco.In breve
prendemmo appuntamento per il pomeriggio, lei ci disse che Liberte sarebbe
venuto con noi tre e che arrivati nella capitale olandese dovevamo incontrare un
tipo di nome Mosè all'interno di un coffee shop nel REDLIGHT DISTRICT,il resto
ce lo avrebbe detto in viaggio.Così per il momento ci salutammo, noi tornammo in
albergo, mangiammo un Kebab per strada molto velocemente ed in pomeriggio
raggiunti da Liberte e Supercop ci mettemmo in viaggio per andare a reperire le
prove necessarie.Tutto procedeva per il meglio, ma comunque niente o nessuno ci
avrebbero fermati, eravamo una squadra pronta a tutto e Jean Lapel detto' Le
Parisienne' ormai era spacciato aveva le ore contate.
Prendemmo un piccolo
aereo privato all'aereoporto De Gaulle e in un ora eravamo a Schipol aeroporto
della capitale olandese,lì liberte prese una macchina in affitto e senza perder
tempo subito ci dirigemmo l luogo dell'appuntamento, dovevamo fare in fretta
Supercop sapeva per certo che Mosè era in pericolo e le sue informazioni non
dovevano andare sprecate erano fondamentali per incastrare quel
bastardo.Amsterdam era tranquillissima, uno se la immagina come un luogo caotico
in cui ogni sorta di peccato è permesso, ma non era in realtà così,camminammo
con l'auto fin dove ci fu possibile, infine la parcheggiammo in una traversa
della Dam plaz e continuammo a piedi fino al luogo dell'incontro.Il tempo era
stupendo,non faceva freddo ed un timido sole faceva capolino tra le nubi, niente
a che vedere con quella merda del tempo francese,la gente era tranquilla e
silenziosa ed ordinata camminava per strada, ognuno perso nei propri pensieri ed
affari,solo ogni tanto qualche turista,fatto ad erba, usciva da qualche
silenzioso coffee shop e rompeva l'armonia di quelle strade con qualche urla o
frase senza senso. Per dare ancora meno nell'occhio e sembrare anche noi dei
turisti Starsky abbraccio Manu Frattasio e camminarono cosi per un bel tratto
della strada, sembravamo proprio uno di quei gruppi di turisti drogati del cazzo
che girano per il centro alla ricerca dell'ennesimo coffee Shop,nessuno però
poteva immaginare la nostra vera identità
Le strade
erano piene di negozietti del cazzo con le vetrine imbandite con tutto
l'occorrente per farsi a fumo, erba coca od altro ,che con le mille luci
colorate attiravano i turisti coglioni presi dalla febbre dello shopping,noi
comunque non perdemmo tempo proseguimmo dritti con Liberte e Supercop che ci
guidavano fino al luogo dell'incontro.Arrivato li fuori Liberte apri la porta e
fu il primo ad entrare, poi lo seguì Supercop, Starsky ed infine io,salutammo la
ragazza dietro il bancone e ci sedemmo tranquilli ad un tavolo ad angolo da cui
si intravedeva l'intera strada. Mosè non c'era ancora, ma Supercop disse di non
preoccuparsi, sarebbe arrivato da poco, ci disse che Mosè era un tipo scaltro
che in passato era stato il braccio destro di Le Parisienne nella raffinazione e
smercio di coca, ma che poi si era ritirato dopo che gli avevano ucciso la
figlia e la moglie per un regolamento di conti,e sicuramente già era a
conoscenza del nostro arrivo.
Per ammazzare il tempo ordinammo da bere, io
il mio solito martini, uno scotch per Strsky, Manu invece prese una cioccolata
calda e Liberte un te al limone.
All'improvviso entrò uno strano tipo,
cappello in testa, barba lunga ed incolta che blaterava qualcosa in una strana
lingua incomprensibile,prese una birra al banco e senza proferir parola si
sedette vicino al nostro tavolo, ma senza dare troppo nell'occhio come uno che
non avendo trovato posto altrove si era seduto li per caso, un po' defilato da
noi continuava a blaterare qualcosa di incomprensibile.
Starsky ed io capimmo che si trattava di Mosè e quindi con fare disinvolto accendemmo tutti e due una bionda.
Sembrava proprio uno di quei pazzi che spesso incontri per le
strade delle grandi metropoli, un po' poeti un po' idioti e figli di puttana che
hanno imparata a campare con quello che gli offre la strada e che nel fare ciò
sono diventati dei grandi maestri.Senza che gli chiedessimo nulla cacciò dal
grande cappotto di panno consunto e sporco di grasso una cartella che conteneva
le prove per inchiodare Le Parisienne, bastava semplicemente verificare i dati
relativi ad alcuni codici bancari che ci avrebbero permesso di ricollegarlo
facilmente al traffico ed al reciclaggio del denaro sporco,inoltre Mosè in quel
suo dialetto ebete e misterioso ci disse di andare in alcuni capannoni alla
periferia est di Parigi in cui Le parisienne teneva una parte della droga che
era destinata al vecchio continente ,li alcuni uomini senza palle avrebbero
cantato tutto ciò che serviva per incastrarlo definitivamente e quindi bastava
ora solo aspettare la verifica di quei dati per poi inchiodargli il culo.Poi
detto ciò smise di parlare, si girò con lo sguardo altrove bevve la birra che
gli era rimasta nel bicchiere e così misteriosamente come era venuto spari
nuovamente per le strade e vicoli di Amsterdam.Potevamo ritenerci soddisfatti
era andato tutto liscio, ora era semplicemente questione di tempo, con calma
finimmo di bere ciò che avevamo preso, poi ci alzammo ed andammo via salutando
nuovamente i ragazzi dietro al bancone.Fuori si era fatto scuro nel
frattempo,ritornando sui nostri passi prendemmo l'auto e ritornammo
tranquillamente a schipol da dove mezz'ora dopo il nostro arrivo con la macchina
eravamo nuovamente in partenza per Parigi.Durante quel breve viaggio di ritorno
in macchina Liberte ci aveva mostrato il suo entusiasmo per come erano andate le
cose,e nel frattempo avevamo preso appuntamento per il pomeriggio succesivo
,nella speranza che quanto avesse detto Mosè fosse vero.La cosa che però più mi
colpì quella giornata non fu tanto il come andarono le cose, bensì di come
stranamente avessi visto vicini il mio collega Starsky e l'agente
Frattasio.C'era proprio da preoccuparsi, Starsky non dava mai retta alle donne
più di tanto, ma quando lo faceva bisognava tenerlo sotto controllo , voleva
dire che quella donna avrebbe potuto mandargli anche il cuore in
frantumi.Comunque Starsky non era uno stupido e con le donne ci sapeva fare,non
mi disse nulla e quindi io non affrontai il discorso con lui, ma il giorno dopo
quando lo andai a chiamare in stanza L'agente Frattasio era con lui ed io non
fui affatto sorpreso di trovarla lì.
Non mi ero sbagliato, era successo
qualcosa tra loro fin dal primo momento in cui s'erano visti,era contento per
Starsky quella città tutto sommato gli voleva bene.
Scesi giù e li aspettai
facendo colazione in un bar all'angolo sotto l'albergo,presi il solito caffè
nero , era l'unica cose che fosse in grado di svegliarmi al mattino, stetti lì
tranquillo per un bel po', da dove ero seduto potevo vedere l'intera strada su
cui affacciavano le nostre stanza di albergo.Erano le 10 ed era passata circa
mezzora da quando mi ero seduto al caffè quando mi raggiunsero Starsky e la sua
donna finimmo di fare colazione insieme poi pagammo ed uscimmo per strada
incamminandoci verso la Ds parcheggiata sotto l'albergo.Quella mattina non
avevamo un cazzo da fare , così decidemmo di stare buoni buoni come turisti e
girare un po' per le strade del centro,dovevamo infatti aspettare le 16:00 ora
in cui Liberete ci avrebbe comunicato il risultato delle ricerche sui dati
forniti da Mosè.Furono ore tranquille e piacevoli, per un po' smise anche di
piovere ed il sole ci venne a fare compagnia , anche se per poco.
In albergo
una triste sorpresa ci aspettava.
Fui io il primo ad entrare nel portoncino
che conduceva nel piccola androne dell'albergo,Starsky e Supercop mi vennero
subito dietro appena si accorsero che qualcosa non andava.Tutto era in disordine
, fogli e carte ovunque nella piccola saletta, dietro la reception monsieur Le
Cognac non era al suo posto, tutto vuoto non c'era nessuno e non si sentiva
volare una mosca.Tracce di sangue erano sul pavimento e coloravano di un rosso
vinaccio le pareti giallo ocra dell'ingresso.Saltai dietro la reception e li vi
trovai monsieur Le Cognac con due colpi di pistola che gli avevano spappolato
testa e cuore, poco distante da lui c'era Emile, aiutante di Cognac, anche lui
ammazzato con un colpo di pistola in pieno volto.C'era sangue ovunque, nel
frattempo Supercop e Starsky avevano estratto le pistole e mi coprivano le
spalle mentre io con la mia 44 Magnum entravo nella saletta dietro la reception,
ma anche lì nulla di diverso ,Jacques morto come gli altri due era ancora seduto
sul divanetto di velluto marrone, con il giornale sulla pancia ed il sangue che
gli colava dalla bocca.Erano morti da circa un paio di ore, i corpi erano già
freddi e rigidi e l'autopsia confermò questa ipotesi.Salimmo cautamente per le
scale, fortunatamente quando l'assassino aveva compiuto il delitto l'alberghetto
era vuoto, i turisti erano tutti in giro a quell'ora e nessuno tranne noi era
ancora tornato, tutto era in ordine tranne la nostra stanza che era stata
rovistata da cima a fondo.
Era stato Le Parisienne, aveva sicuramente saputo del tradimento di Mosè ed era venuto cercare i documenti che fortunatamente aveva Liberte.Tutto ciò ci fu confermato delle foto delle telecamere nascoste che Liberte anche a nostra insaputa aveva fatto piazzare nell'albergo
ed
inoltre dalla notizia che Mosè era stato ucciso, calato nell'acido solforico in
un paesino olandese :Edam ,dove viveva da qualche mese facendo dell 'ottimo
formaggio Gouda.
Non ci deve essere pietà per un uomo così violento ,
Starsky ed io ci eravamo affezionati a quel simpatico vecchietto che di
quell'albergo aveva fatto la sua ragione vita.
NON TI DIMENTICHEREMO
Monsierìur Le Cognac
Starsky ed Io giurammo che avrebbe pagato anche questa,
quello sporco stronzo avrebbe dovuto marcire in prigione per il resto della sua
misera esistenza e nulla ormai avrebbe potuto fermarci.
Liberte quello stesso
pomeriggio ebbe conferma che i dati fornitici da Mosè erano esatti ed inoltre ci
disse che alcuni uomini che lavoravano la coca nei capannoni sequestrati
sapevano dove sarebbe andato Le Parisienne l'indomani mattina.Uno di loro aveva
sentito Le Parisienne parlare con il suo capo e aveva capito che ci sarebbe
stato il carico di tutta la marce l'indomani stesso quando Lapel sarebbe
ritornato dal cimitero di Le Peré Lachaise, dove riposava la sua compagna ,
assassinata in un agguato anni prima.
Era la notizia che stavamo aspettando ,
ormai tutte le prove erano in mani nostre , bisognava soltanto catturarlo , e
questo era compito nostro…compito do Starsky and Hucth i due sbirri americani,
figli di puttana, che nulla o nessuno poteva fermare.
Il resto della giornata
Starsky ed io la passammo in uno squallidop locale di periferia in cui un gruppo
sconosciuto suonava un ottimo blues e noi passammo l'intera serata bevendo
scocth e fumando bionde senza tregua.Quello era il nostro modo di onorare i
nostri morti e di ricordare coloro che,innocenti ed indifesi , avevano perso la
vita a causa di qualche figlio di puttana come Le Parisienne. Ormai i conti
stavano per essere fatti e tutti i nodi sarebbero finalmente venuti al pettine,
nulla doveva andare storto, Le Parisiene ci serviva vivo, le informazioni che
custodiva erano preziose, e non potevamo permetterci la sua fuga.All'alba ci
incontrammo con Supercop e Liberte, quest'ultimo resto fuori al cimitero a
coordinare le varie squadre che, una volta che Le parisienne fu entrato nello
stesso , lo circondarono completamente.Finalmente eravamo tutti dentro ,la
nostra missione stava per concludersi , e nulla ci avrebbe impedito di sbattere
in gattabuia quel figlio di puttana.Sapevamo gia dove andare, infatti Liberte ci
aveva indicato il punto esatto in cui riposava Jiselle, donna di Le parisienne,
e quindi non dovevamo fare altro che avvicinarci con circospezione e stare
attenti affinché egli non ci vedesse.
Li , in quel
luogo di silenzio e di pace tutti i vicoli e stradine erano uguali, ma non era
difficile orientarsi, fu cos' che lentamente ci avvicinavamo lentamente al
nostro obbiettivo.
Ad un certo punto noi tre ci separammo per giungere da tre
angolazioni differenti e circondare in questo modo Le Parisienne ,
precludendogli ogni via di fuga
Avanzavamo veloci e silenziosi come il vento ed ad un certo punto
incominciammo ad intravedere tra i sepolcri e le lapidi la figura di Le
Parisienne.
Era Era ormai vicinissimo a noi e non ci sarebbe
scappato.
In un
attimo lo accerchiammo , ma quel figli di puttana non si accorse di nulla, ormai
era sotto tiro da parte di tutti e tre
Inizialmente il più vicino fu
Starsky che ci fece segno di avvicinarsi e circondarlo
completamente.
Poi si
appostò Supercop dietro una cappelletta
ed
infine io lo tenevo sotto controllo da dietro un'altra
cappella
In
attimo l'adrenalina fece battere il mio cuore a 1000, non potevo ormai
controllare più la mia rabbia di fronte a quell'assassino, Starsky lanciò un
fischio ed io e lui ci fiondammo su Le Parisienne mentre Supercop lo teneva
sotto mira.
Le Parisienne sembrò non capire inizialmente cosa stesse
succedendo era assoto nella preghiera, e quando si rese conto che gli stavamo
piombando addosso fece un gesto come per estrarre la pistola , ma non ne ebbe il
tempo , io lo raggiunsi prima di Starsky con un destro micidiale in pieno volto
e Starsky un
istante dopo lo aveva gia bloccato per le braccia.Tutto durò pochi secondi, in
un attimo lo sbattei contro il muro di una cappella
e
Starsky lo perquisì sequestrandogli le due pistole che aveva, una nel giubbino
ed una nella vita dei pantaloni.
Ormai era finita e Le Parisienne se ne rese
conto sin dal primo momento, non oppose più resistenza.Con le manette ai polsi e
con Supercop che lo teneva costantemente sotto tiro lo conducemmo fuori al
cimitero dovo lo affidammo alle cure di Liberte che in un blindato lo porto al
penitenziario di massima sicurezza di Parigi.
La missione si era conclusa con
successo , gli avevamo proprio inchiodato il culo a quel bastardo,ma era cosa
scontata Starsky and Hucth non falliscono una missione.
Quella sera stessa fu
il momento degli addii, salutammo all ' aereoporto de Gaulle Liberte e
coadiuvati da Supercop e da una squadra di agenti speciali, riconducemmo Le
Parisienne in America, dove lo attendeva una lunghissima serie di capi di accusa
ed una durissima vita da carcerato eccellente.
Tutto si era concluso bene,
Starsky ed Io avevamo catturato uno dei più pericolosi criminali,ed inoltre il
mio collega si era trovato tra un'indagine ed un assassinio una donna figlia di
puttana proprio come lui.
Complimenti mio caro amico Starsky ed alla prossima
avventura.
PERSONAGGI ED INTERPRETI
· HUCTH :
CIRO ASCIONE
· STARSKY : DARIO LAPELAZZULI
· SUPERCOP : MANUELA
FRATTASIO
· LE PARISIENNE :GIANNI LAPELAZZULI
· LIBERTE :FABIO
LIBERTI
· MOSè :PAZZO incontrato in un coffee shop ad Amsterdam
· MONSIUER
LE COGNAC :PORTIERE DELL'ALBERGO TOLBIAC (PARIGI)
REGISTA,SCENEGGIATORE E MACCHINISTA : CIRO ASCIONE
AIUTO REGISTA,COSCENEGGIATORE : DARIO LAPELAZZULI
MACCHINISTA :GIANNI LAPELAZZULI
RINGRAZIAMENTI
RINGRAZIO VIVAVEMTE GLI AMICI DI
QUEST'AVVENTURA PARIGINA ED OLANDESE CHE HANNO SOPPORTATO PASIENTEMENTE LA MIA
PAZZIA E LA VOGLIA DI REALIZZARE QUETO PROGGETTO.
A TUTTI COLORO CHE
LEGGERANNO QUESTA'AVVENTURA UN SENTITO GRAZIE PER LA VOGLIA DI SCIROPPARVI
QUESTE PAGINE , NELLA SPERANZA CHE VI PIACCIANO E SENTIATE IL DESIDERIO DI
LEGGERNE delle altre.
Non temete presto ci saranno altre avventure di Starsky
ed Hucth i due piedipiatti americani.
CIRO ASCIONE
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